Chi si dedica con passione al giardinaggio certamente ha sentito parlare della torba. Questo composto organico è formato da resti vegetali che, a causa della loro immersione in ambienti umidi, non riescono a decomporsi completamente. La torba nasce in suoli freddi, acidi e privi di ossigeno, specialmente nelle paludi e nelle zone umide. Tuttavia, è importante notare che la torba non può essere creata artificialmente dall’uomo; possiamo solo estrarla da depositi naturali formatisi nel corso di millenni.
Questo materiale rappresenta un punto di partenza nella formazione del carbone, essendo possibile la sua trasformazione in lignite solo in condizioni specifiche e attraverso processi lunghissimi. Poiché il suo processo di fossilizzazione non è completo, la torba non rientra nella categoria dei combustibili fossili, ma è comunque una risorsa da considerare con attenzione.
La torba trova impiego in vari ambiti, ma spesso viene confusa con il terriccio. Mentre la torba è il risultato di una parziale decomposizione di materiali organici, il terriccio è un insieme di terra, minerali e microrganismi. La torba viene comunemente mescolata al terriccio per arricchirne le proprietà, contribuendo a migliorare il drenaggio e la ritenzione idrica.
In commercio, esistono diverse tipologie di torba, le cui caratteristiche variano in base allo stadio di decomposizione. Ogni tipo ha un colore diverso e possono essere acquistate facilmente nei vivaio o nei reparti dedicati del giardinaggio presso i centri commerciali.
Tuttavia, l’utilizzo della torba non è privo di svantaggi. La prima preoccupazione riguarda il fatto che la torba è una risorsa non rinnovabile; la sua formazione avviene in tempi estremamente lunghi. Di conseguenza, la sua estrazione ha un impatto notevole sulla biodiversità e sugli ecosistemi delicati delle torbiere, che svolgono un ruolo cruciale nell’assorbire CO2 dall’atmosfera e nel contrastare i cambiamenti climatici.
È quindi paradossale che, mentre si investono risorse per proteggere e ripristinare le zone umide e le torbiere, continui a persistere la pratica dell’estrazione della torba per l’uso in giardinaggio e orticoltura.
Secondo la federazione britannica Wildlife Trusts, dal 1990 sono stati estratti oltre 81 milioni di metri cubi di torba, liberando nell’atmosfera tra le 14 e le 31 milioni di tonnellate di CO2. Questo dato è solo parziale e riguarda unicamente il contesto dell’orticoltura nel Regno Unito.
Di fronte a tali statistiche, diventa urgente considerare alternative più sostenibili all’uso della torba. Esistono ad esempio ammendanti naturali che possono sostituirla, garantendo al contempo la salute delle piante e il benessere del nostro ambiente. In questo modo, non solo potremo curare i nostri giardini, ma anche proteggere l’ambiente per le generazioni future.