Il cotoneaster, conosciuto anche come cotonastro, è un arbusto molto apprezzato nei giardini italiani per la sua resistenza e la bellezza dei suoi fiori e delle sue bacche. Appartenente alla famiglia delle rosacee, questa pianta si rinviene soprattutto in Europa, Asia, e in alcune zone dell’Africa Settentrionale. Tra le sue oltre 100 specie, troviamo esemplari eretti, striscianti e orizzontali, quest’ultimi noti come cotognastro prostrato.
Le sue foglie, di forma ovale o lanceolata, sono disposte in modo alternato e durante l’autunno, le varietà decidue offrono un meraviglioso spettacolo con tinte rosse che arricchiscono il giardino. Tra le specie più diffuse, il cotoneaster si distingue per la sua rusticità e la facilità di coltivazione, rendendolo una scelta ideale per chi desidera abbellire gli spazi esterni senza troppi impegni.
Questo arbusto ama la luce e prospera meglio in posizioni soleggiate o in penombra. Le varietà sempreverdi richiedono particolare attenzione per evitare che siano esposte a correnti fredde. Al contrario, le varietà decidue possono tollerare senza problemi il sole, riuscendo a resistere a temperature minime che possono scendere fino a -15 gradi.
Per quanto riguarda il terreno, il cotoneaster si adatta bene a diversi tipi, prediligendo quelli mediamente fertili ma capace di crescere anche in terreni calcarei o argillosi. Tuttavia, è fondamentale che il terreno sia ben drenante, poiché il ristagno idrico può danneggiare le radici. Il periodo migliore per trapiantare è tra tardo autunno e inizio inverno, quando il terreno è asciutto.
Quando ci apprestiamo a piantare, è consigliabile scavare una buca profonda dai 30 ai 50 centimetri e aggiungere ghiaia sul fondo per garantire un buon drenaggio. Aggiungere un po’ di concime stagionato può aiutare nella crescita della pianta.
Durante il primo anno, il cotoneaster necessita di annaffiature regolari, specialmente nelle estati più secche. È essenziale mantenere il terreno umido, evitando però l’eccesso d’acqua, che può portare a problemi radicali. Per nutrire il nostro arbusto, possiamo utilizzare un concime granulare a rilascio lento da applicare da fine inverno fino a fine estate.
La potatura rappresenta un’altra fase cruciale nella cura del cotoneaster. Le varietà decidue possono essere potate dopo l’inverno, mentre per le specie sempreverdi la potatura dovrebbe essere effettuata entro metà primavera. È importante ricordare che le varietà tappezzanti necessitano solo di interventi per rimuovere rami morti o danneggiati.
Il cotoneaster fiorisce dalla primavera all’estate, regalando piccole infiorescenze bianche o rosa. In autunno, produce delle piccole drupe simili a mele in tonalità rosso-rosacee o aranciate, molto gradite dagli uccelli, che contribuiscono ad arricchire la biodiversità del giardino.
La moltiplicazione di questa pianta può avvenire tramite semina o talea. La semina si effettua in autunno, utilizzando i semi desunti dai frutti e interrandoli in vasetti con terriccio adatto. In alternativa, è possibile fare talee semi-legnose in primavera, ma in entrambi i casi dovremmo attendere un anno per il trapianto dei nuovi esemplari.
Nonostante la sua robustezza, il cotoneaster può subire attacchi da parte di malattie e parassiti. Tra le problematiche più gravi c’è il colpo di fuoco batterico, causato dal batterio Erwinia amylovora, che provoca la necrosi dei fiori e delle foglie. In caso di infezione, l’unica soluzione è rimuovere la pianta colpita.
Altri problemi includono la cocciniglia, che lascia macchie marroni sulle foglie, e il marciume radicale causato dall’armillaria mellea. Per combattere la cocciniglia, è possibile utilizzare un batuffolo di ovatta imbevuto di alcol, mentre per il marciume radicale si consiglia di applicare un fungicida a base di rame.