L’alloro, scientificamente conosciuto come Laurus nobilis, è una pianta sempreverde di grande valore ornamentale e culinario. Appartenente alla famiglia delle lauracee, questa pianta ha le sue origini nel bacino del Mediterraneo, con presenze significative in Grecia, Spagna, Turchia e Italia. Con il giusto ambiente, l’alloro può raggiungere altezze notevoli, fino a 10 metri, ma in genere si presenta come un arbusto di max 5 metri.
Caratterizzata da una densa chioma e foglie alterne di un verde brillante, l’alloro si distingue per le sue foglie coriacee e lanceolate. La sua crescita è vigorosa, con la produzione di numerosi rami, che conferisce alla pianta una forma allungata o tondeggiante. Se lo spazio in giardino è limitato, non vi è motivo di preoccuparsi: l’alloro si presta benissimo alla coltivazione in vaso.
Per quanto riguarda le condizioni di coltivazione, l’alloro è molto versatile. Può prosperare sia in pieno sole che in penombra, adattandosi senza problemi. La pianta predilige ambienti ventilati, ma è fondamentale evitare correnti d’aria dirette. Le temperature ideali per la sua crescita oscillano tra i 15 e i 30 gradi Celsius; incredibilmente, può resistere a basse temperature fino a -10 gradi per brevi periodi.
Nonostante l’alloro non abbia esigenze particolarmente complesse riguardo al tipo di terreno, è sempre consigliabile optare per un substrato ben drenante per prevenire il ristagno idrico. Per la coltivazione in vaso, un terriccio morbido arricchito con argilla espansa sul fondo garantirà un adeguato deflusso dell’acqua. Inoltre, è opportuno rinvasare la pianta ogni 2-3 anni, poiché il suo apparato radicale tende a espandersi notevolmente.
Quando si coltiva l’alloro in piena terra, è necessario scavare una buca profonda e larga almeno il doppio della zolla delle radici, inserendo sul fondo un po’ di concime organico per stimolare la crescita. La pianta non richiede annaffiature abbondanti; durante la primavera e l’estate, basta irrigarla solo quando il terreno risulta asciutto in superficie. In autunno, le innaffiature possono diventare meno frequenti, e in inverno si consiglia di astenersi dall’annaffiare se le temperature scendono sotto i 10 gradi.
Un’eccessiva idratazione può causare il marrone delle foglie, mentre una carenza idrica porta all’ingiallimento e alla caduta. È quindi importante monitorare entrambi i fenomeni e regolare di conseguenza la frequenza delle annaffiature. Per nutrire l’alloro, è utile un concime ricco di azoto, da somministrare ogni due settimane miscelato all’acqua per l’irrigazione.
La potatura dell’alloro è consigliata tra fine febbraio e metà marzo, concentrandosi soprattutto sullo sfoltimento della chioma e sull’eliminazione dei rami disordinati, per mantenere una crescita armoniosa. Inoltre, l’alloro è una pianta dioica: esistono esemplari con fioritura esclusivamente maschile o femminile. I fiori, piccoli e raccolti in infiorescenze a ombrello, presentano tonalità bianco-giallastre.
Le piante femminili sono in grado di produrre le classiche bacche nere in autunno, simili a piccole olive. Se desiderate moltiplicare l’alloro, potrete farlo tramite talea o pollone. Le talee vanno prelevate nella seconda metà dell’estate, scegliendo rami apicali lunghi circa 10-15 centimetri, da interrare in piccoli vasi contenenti torba e sabbia, mantenendo il terreno umido e riparato dal sole diretto.
Il pollone, invece, può essere prelevato sia in primavera che in autunno: è possibile separarlo dalla pianta madre utilizzando una vanga e reinterrarlo, oppure collocarlo in un vaso di dimensioni appropriate. L’alloro è soggetto a malattie e parassiti, tra cui afidi, cocciniglia, ragnetto rosso e psilla. I pidocchi manifestano la loro presenza con macchie bianche sulle foglie, facilmente trattabili con prodotti fitosanitari.
Al contrario, la cocciniglia si presenta con macchie scure, rimovibili con batuffoli di ovatta imbevuti di alcool o antiparassitari. Il ragnetto rosso provoca ingiallimenti e accartocciamenti, e può essere combattuto aumentando l’umidità ambientale o lavando le foglie con acqua e sapone. Infine, se si osservano deformazioni nelle foglie giovani, la pianta potrebbe essere affetta da psilla; in questo caso è consigliabile potare le parti interessate o effettuare un trattamento specifico.