Nel cuore dei Carpazi orientali, precisamente in Romania, si trova una delle piante più straordinarie al mondo: l’Andryala laevitomentosa. Questa specie, una delle più rare tra le angiosperme, ha dimostrato una resilienza incredibile, riuscendo a sopravvivere per oltre 60mila anni attraversando epoche geologiche e turbolenze climatiche senza precedenti.
Ciò che rende unica questa pianta è che gli esemplari attuali sono cloni di un nucleo originario. Durante le glaciazioni del Pleistocene, così come in altre crisi climatiche, l’Andryala laevitomentosa ha continuato a prosperare, adattandosi e replicandosi attraverso le sue rosette, tutte derivate da solo una decina di piante madri.
Questo fenomeno ha dell’incredibile: oggi sopravvivono solo circa 3.300 esemplari, tutti concentrati su una striscia di terreno di meno di due chilometri. Le rosette crescono su rocce inaccessibili, trasformando questo luogo in un vero e proprio bunker naturale per la specie.
A differenza di molte altre piante, i semi di Andryala laevitomentosa sono per la maggior parte sterili, il che pone ulteriori sfide alla sua sopravvivenza. Tuttavia, la pianta ha trovato un metodo efficace per riprodursi: basta un frammento della radice o del rizoma per produrre un nuovo esemplare.
Uno studio condotto dall’Università Carolina di Praga ha rivelato che i cloni di questa pianta hanno un’età compresa tra 24mila e 64mila anni. Questa longevità la colloca tra i cloni più antichi mai documentati nelle angiosperme. Secondo il botanico Patrik Mráz, che ha guidato la ricerca, la straordinaria capacità di adattamento di questa specie mette in discussione la nostra comprensione della resilienza delle piante ai cambiamenti climatici.
Attualmente, le ultime cinque popolazioni conosciute di Andryala laevitomentosa si trovano su un crinale montuoso lungo meno di due chilometri e coprono una superficie totale di appena 45 metri quadrati. Da uno studio, sono stati raccolti 5.128 semi, ma solo due di essi erano maturi e pronti a germogliare.
La resistenza di Andryala laevitomentosa è comparabile, in termini di età, a quella di specie simili. Ad esempio, il clone di un’altra pianta, la Lomatia tasmanica, ha circa 44mila anni, ma non riesce a raggiungere la longevità di questa erbacea unica nel suo genere.
Tra le piante note, i cloni di alcuni alberi, come il pioppo, e arbusti come il Larrea tridentata possono avere un’età superiore ai 10mila anni, mentre il clone più antico di erbacee è associato alla specie Carex curvula, con circa 5mila anni di storia.
Il parente più vicino dell’Andryala laevitomentosa si trova nella cordigliera betica, in Spagna, e sul massiccio dell’Atlante, in Marocco. Durante l’ultima glaciazione, la temperatura media annuale in questa zona dei Carpazi era di ben 7 gradi inferiore a quella attuale, un ambiente estremamente difficile, con precipitazioni che raggiungevano solo 500 millimetri all’anno.
Malgrado queste avversità, l’Andryala laevitomentosa ha creato un habitat rifugio, testimoniando l’incredibile capacità delle piante di adattarsi e resistere ai cambiamenti ambientali. Concludendo, questa pianta non è solo un simbolo di resistenza, ma anche un monito riguardo le sfide future che le specie vegetali dovranno affrontare.